giovedì 10 maggio 2007

Omaggio a S. Francesco D'Asssisi


San Francesco d'Assisi (Assisi, 1181/2 - 1226), fondatore dell'Ordine mendicante che da lui poi prese il nome, è venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Il 4 ottobre ne viene celebrata la memoria liturgica in tutta la Chiesa cattolica (festa in Italia; solennità per la Famiglia francescana). È stato proclamato patrono d'Italia da papa Pio XII nel 1939. Conosciuto anche come "il poverello d'Assisi", la sua tomba è meta di pellegrinaggio per decine di migliaia di devoti ogni anno. La città di Assisi, a motivo del suo illustre cittadino, è stata assunta a simbolo di pace, soprattutto dopo aver ospitato i due grandi incontri tra gli esponenti delle maggiori religioni del mondo, promossi da Giovanni Paolo II nel 1986 e nel 2002. Oltre all'opera spirituale, Francesco, grazie al Cantico delle Creature, è riconosciuto come l'iniziatore della tradizione letteraria italiana.

Cantico delle creature

Il Cantico delle Creature (Canticus creaturarum), anche noto come Cantico di Frate Sole, è il testo più antico della letteratura italiana. È scritto da Francesco d'Assisi: secondo la leggenda, la sua stesura risalirebbe a due anni prima della morte di Francesco 1226. È peraltro più probabile ciò che riportano le biografie di Francesco, secondo le quali sarebbe stato stilato in tre momenti diversi. Il Cantico è una lode a Dio che si snoda con intensità e vigore attraverso le sue opere, divenendo così anche un inno alla vita; è una preghiera permeata da una visione positiva della natura, poiché nel creato è riflessa l'immagine del Creatore: da ciò deriva il senso di fratellanza fra l'uomo e tutto il creato, che molto si distanzia dal contemptus mundi, dal distacco e disprezzo per il mondo terreno, segnato dal peccato e dalla sofferenza, tipico di altre tendenze religiose medioevali (p.es. Jacopone da Todi). La creazione diventa così un grandioso mezzo di lode al Creatore.

Canticum fratris solis vel Laudes creaturarum


Altissimu onnipotente bon signore,
tue so le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.

Ad te solo, altissimo, se konfano,
et nullu homo ene dignu te mentovare.

Laudato sie, mi signore, cun tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual’è iorno, et allumini noi per loi.
Et ellu è bellu e radiante cun grande splendore,
de te, altissimo, porta significatione.

Laudato si, mi signore, per sora luna e le stelle,
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si, mi signore, per frate vento,
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dai sustentamento.

Laudato si, mi signore, per sor aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si, mi signore, per frate focu,
per lo quale enn’allumini la nocte,
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si, mi signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

Laudato si, mi signore, per quelli ke perdonano
per lo tuo amore,
et sostengo infirmitate et tribulatione.

Beati quelli ke ’l sosterrano in pace,
ka da te, altissimo, sirano incoronati.

Laudato si, mi signore, per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare.
Guai a quelli, ke morrano ne le peccata mortali:
beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda nol farrà male.

Laudate et benedicete mi signore,
et rengratiate et serviateli cun grande humilitate.


by Piero







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